sabato 16 novembre 2013

Caffè scorretto

Quanti di voi prendendo un caffè al bar hanno notato che il prezzo, in qualche esercizio, è stato ritoccato? L'aumento, in media, è stato dai 5 ai 10 centesimi. Bene, più che di un ritocco si tratta di un tarocco, il classico tarocco all'italiana. Infatti sulle consumazioni al bar l'iva è rimasta invariata al 10%, per cui, mentre una confezione di caffè al supermercato, potrebbe costare circa di 2 centesimi di euro in più, una tazzina di caffè al bancone del bar costerà sempre uguale. Se qualcuno approfitta per aumentarlo non è certo colpa dell'Iva, ma della faccia come il culo tipica di alcuni alcune frange dell'italica stirpe, che pensano che nessuno se ne accorgerà. Se il prezzo è scritto nella tabella prezzi (che ogni esercizio pubblico DEVE per legge esporre) non si può fare nulla se non dire al gestore cosa pensiamo di lui e del suo caffè e magari il prossimo caffè prenderlo e farlo prendere da un'altra parte (di bar è pieno il mondo!), ma, qualora fosse riportato solo il costo del prodotto, senza l'aumento "IVA", ci si può rivolgere ai vigili. Il titolare scoprirà se l'aumento dell'iva influisce anche sulle multe.

Miti e leggende italiane

Il debito pubblico italiano è uno di quegli esseri mitologici che hanno accompagnato le nostre fantasie di bambini, ma che crescendo abbiamo capito che non esistono, tipo gli elfi, o babbo natale.
Invece il debito pubblico esiste e l'Istituto Bruno Leoni lo ha reso "visibile", grazie ad un contatore che aggiorna ogni 3 secondi la stima dello stock di debito, che si basa su – e viene continuamente corretta con – i rapporti mensili della Banca d’Italia.
Oggi ogni italiano, inclusi neonati e ultracentenari, ha mediamente una quota di debito pari a oltre 30.000 euro.
Tra gennaio e luglio 2010 il debito pubblico è aumentato di 50.100.143.820 euro, più di 7 miliardi al mese, 236 milioni al giorno, quasi 10 milioni di euro all’ ora, 164.112 euro al minuto. Ogni secondo, questo debito immenso è cresciuto di 2.735 euro, più di quanto guadagni una famiglia media in un mese.